Lo scorso anno infatti ne sono stati abbattuti circa 8 mila chilometri quadrati, un triste record che avrà ripercussioni probabilmente insanabili sulla flora e la fauna che abita quel territorio.
A rimetterci è anche un animale che popola l’Amazzonia da sempre (circa 50 milioni di anni), che è stato in grado di sopravvivere a ogni evento naturale, ma che sta scomparendo per via dell’azione dell’uomo: il tapiro. Negli ultimi 30 anni questo grosso erbivoro si è ridotto in numero del 30% e oggi è classificato come “vulnerabile” dalla lista IUCN.
Nella sostanza il tapiro si ciba di una incredibile varietà di semi, che poi “semina” attraverso le sue feci anche in zone disboscate, questo permette il rinascere della vegetazione e con lei il ritorno degli animali.
(Fonte: Parco Natura viva)
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