La trasformazione degli obsoleti zoo in bioparchi è stata un punto di svolta nella comprensione delle necessità del pianeta e degli altri animali che, insieme a noi, lo vivono.
Da strutture completamente antropocentriche mirate solo allo svago dei visitatori, spesso a discapito degli animali che vi abitavano, a complessi pensati interamente per la conservazione delle specie in difficoltà e per il loro benessere.
Il circuito internazionale Eaza, che rende possibile la cooperazione degli acquari e dei bioparchi in giro per il mondo, fonda il proprio operato su questi pilastri: la conservazione delle specie in situ, quindi direttamente nei loro habitat naturali; il mantenimento di popolazioni di animali in via di estinzione per assicurarne la sopravvivenza; l’educazione dei visitatori a una vita sostenibile in quanto parte attiva del mondo naturale; infine, la ricerca di nuove conoscenze sulle interazioni con gli animali e sulle loro abitudini.
Il presidente del Bioparco di Roma, Francesco Petretti, spiega così l’importante lavoro che si porta avanti nella struttura:
Fonte: estratto da un bel servizio su L’Arca di Noè, maggio 2019
Fonte immagine: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pavone_bioparco.JPG
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