Egyptian Mau: dal manto maculato naturale!
Veloci come il vento, pieni d’orgoglio e (forse) un tempo venerati come divinità: l’arte egizia fa volare la fantasia e l’odierna bellezza di questo gatto induce (ed esige) ammirazione…
Gli appassionati non hanno tutti i torti a ritenere che l’Egyptian Mau abbia qualcosa di speciale, orgogliosi di riconoscere le caratteristiche del proprio animale domestico nei dettagli di papiri dell’Antico Egitto.
- Il gatto è una figura centrale della mitologia egizia, giudice e guardiano del Dubat (l’aldilà), guida per l’immortalità, custode dell’equilibrio cosmico e alleato di Ra (il dio sole), che ne assume spesso le sembianze.
Secondo le credenze, una creatura magica dalle fattezze feline difendeva l’albero sacro della persea nel tempio di Atum a Eliopoli dalle insidie del serpente malefico Apopi, impedendo l’avanzata delle tenebre e del caos. Quell’essere chiamato Miuty (Grande Gatto) è una manifestazione di Ra ed è raffigurato come un micio dal pelo ricoperto di macchie, che somiglia davvero all’Egyptian Mau.
Segno distintivo: le macchie
A parte i gatti Bahraini Dilmun (dal Bahrein nel Golfo Persico, nei quali è statisticamente difficile imbattersi), pare che gli Egyptian Mau siano i soli a vantare un manto maculato “naturale”: altre razze presentano la medesima caratteristica, ma è stata acquisita (o meglio, cercata e ottenuta) attraverso incroci con diversi gatti o altre specie feline selvatiche.
Il suo vello invece è originale, così come vuole la tradizione di famiglia, con macchie casuali di diversa misura, forma e distribuzione. Quale che sia la grandezza o il contorno delle chiazze, esse risultano sempre ben contrastate e distinguibili.
Sulla fronte reca il marchio a forma di M, disegnato da sottili linee di pelo più scuro. E’ un segno assai riconoscibile e ben noto a tutti gli esperti, comune anche ad altri gatti. Così come il contorno degli occhi evidenziato da una traccia nera che ricorda l’eyeliner, da cui si irradiano striature che si estendono sulle guance.
- Si dice che nell’Antico Egitto le donne usassero applicare un pesante trucco agli occhi, ispirandosi proprio ai motivi osservati sui musi di gatti del tutto simili – quantomeno per apparenza in dipinti, bassorilievi e sculture – ai moderni Egyptian Mau.
La loro pelliccia è di media lunghezza, dalla trama lucente e setosa; può avere un colore di base argento, bronzo o fumo (grigio scuro), talvolta con riflessi blu e azzurri. Gli occhi a mandorla sono leggermente inclinati verso le orecchie e le iridi, per lo più di un verde paragonabile a quello dei chicchi di uva spina, assumono una tonalità più accesa di verde superato l’anno e mezzo.
Le orecchie appuntite sono grandi e larghe all’attaccatura.
Il corpo è quello di un gatto di media taglia, con muscoli abbastanza scolpiti, aggraziato e nell’insieme proporzionato, benché le zampe posteriori siano appena più lunghe di quelle anteriori.
Ritto sui suoi piccoli piedi ovali, spostandosi con movenze delicate, sembra camminare in punta di piedi accarezzando l’aria con la coda, come per accompagnare i passi di danza. C’è da aggiungere che il ballo può diventare allegro e vivace, quasi spiccare il volo, se si considera la velocità innata degli Egyptian Mau, capaci di sfiorare in corsa i 50 km/h!
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Fonte: “Egyptian Mau: dal manto maculato naturale!” è un estratto da un bel servizio di Tito Parrello su L’Arca di Noè, dicembre 2018 – leggi tutto l’articolo sulla rivista e guarda la trasmissione tv L’Arca di Noè.
Fonte immagine: Egyptian Mau | Soon Koon | Flickr