Mastino Napoletano – Storia e Origini della razza
Il mastino napoletano è l’erede dell’antico molosso il quale secondo la maggioranza dei cinesi ebbe origini asiatiche discendendo probabilmente da un primitivo cane da guardia tibetano di grossa mole.
Oggi scomparso almeno nella sua forma più imponente i cui epigoni si sparsero dall’india sud himalayana fino all’asia minore e ai domini assiro babilonesi se ne trova menzione con denominazioni eterogenee cane indiano molosso.
Ne parlavano gli antichi
In antichi scrittori come Aristotele e Plinio.
- Aristotele ricorda leggende che lo favoleggiavano come nato dall’incrocio fra un cane è una tigre.
- Plinio narra di due esemplari donati ad Alessandro Magno da un re indiano da lui sconfitto.
Ulteriori tracce se ne hanno in statue e bassorilievi trovati in India e in Persia.
Un cane possente compare però anche in alcuni reperti etruschi, il che aggiunge un tocco di mistero al percorso compiuto dal molosso per approdare in Italia solo attraverso le conquiste romane e il commercio dei fenici o anche al seguito di migrazioni barbariche da nord.
Sulle navi fenice assieme ad altre merci pregiate anche questi cani raggiunsero le coste europee dove con adattamenti climatici e incroci con soggetti locali dettero origine a varie razze molossoidi.
I romani li apprezzarono molto per la loro forza e il coraggio a tutta prova e li adoperarono sia come pugnace combattenti nelle rene sia come guardiani nelle fattori.
- Il poeta latino Lucrezio (primo secolo avanti Cristo) chiamandoli testualmente molossi, ne descrive le grandi fauci la temibile dentatura il ringhio minaccioso e il profondo latrato.
Estinti i fasti dell’antica Roma e medioevo la razza sopravvisse oscuramente qua e là in Italia ma soprattutto nel napoletano dove ricevette apporti di sangue da parte di mastini iberici durante la dominazione spagnola.
Rischio di estinzione
Rischiò comunque l’estinzione durante l’ultima guerra.
I pochissimi superstiti perlopiù imbastarditi, presentavano scarsa omogeneità tanto che un avvocato napoletano portandone 8 a un’esposizione canina non riuscì a convincere i giudici che appartenessero ad un’antica razza meritevole di essere riconosciuta.
Mediante l’iscrizione nei registri genealogici ufficiali fu un il giornalista e scrittore Piero Scanzani a ottenere questo riconoscimento dopo pervicaci ricerche di un paio di soggetti ancora puri che egli acquisto e fece procreare in un suo allevamento ottenendo i primi campioni e collaborando nel 1949 alla stesura dello standard.
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Fonte immagine: File:Mastino napoletano 67576.jpg – Wikimedia Commons