Negli ultimi decenni i casi di allergie sono aumentati in modo evidente non solo negli uomini ma anche negli animali domestici.
Le cause di questo aumento sono ancora da chiarire ma, anche in questo caso, le ipotesi più accreditate sono le stesse che emergono in medicina umana, e vedono lo stile di vita, l’alimentazione e l’ambiente tra le principali cause , ma non è da trascurare l’aspetto genetico.
Così anche per i nostri amici a quattro zampe, la primavera può diventare un periodo non proprio piacevole. Tu dirai… “Ma siamo a settembre?”…
Giusto, ma prevenire, è meglio che curare. Allora leggi l’interessante articolo tratto dalla rivista “Salute in Famiglia”, così saprai cosa fare per la prossima primavera.
- Ma, mentre negli esseri umani le allergie stagionali si manifestano solitamente con rinite o asma, negli animali il primo campanello d’allarme è il prurito, sia esso localizzato o in tutto il corpo.
In alcuni casi i sintomi interessano anche il sistema respiratorio, in altri possono irritare il sistema digestivo, causando vomito e diarrea.
L’insorgenza di questi disturbi può avvenire a qualsiasi età, in un range che va dai 6 mesi ai 12 anni, ma statisticamente ne soffrono gli animali giovani (tra uno e due anni).
Gli allergeni
Quali sono le sostanze che più comunemente causano allergia a nostri amici a quattro zampe? La maggior parte degli allergeni sono proteine di origine animale o vegetale, quali pollini, spore, polveri, resti di pelle morta, saliva delle pulci ma anche sostanze chimiche, come alcuni medicinali.
La dermatite allergica da pulci, che causa forti pruriti e può spingere l’animale a grattarsi compulsivamente, è l’allergia più comune in cani e gatti. Il continuo sfregare e leccare le zone della cute che prudono può instaurare un circolo vizioso, provocando infezioni che ne ostacolano la guarigione. Compare generalmente tra i 6 mesi e i 3 anni di vita e le parti più colpite sono solitamente il muso, il collo, le ascelle, l’inguine e l’addome.
- L’unico modo per risolverla è quello di controllare e debellare rigorosamente le pulci, sia sull’animale che nell’ambiente in cui vive. Fatevi consigliare dal veterinario per eliminare completamente questi fastidiosi insetti.
Qualora fosse necessario, può anche prescrivervi antistaminici o corticosteroidi per bloccare la fase allergica acuta e dare un po’ di sollievo al nostro povero amico.
Nella stagione primaverile, per esempio, sono tanti anche i pet che soffrono di allergia ai pollini: per loro una piacevole passeggiata al parco può trasformarsi in un incubo.
I sintomi sono occhi arrossati, naso che cola, difficoltà respiratorie, e anche in questo caso, problemi cutanei. Antistaminici e cortisonici possono attenuare la sintomatologia, ma per risolverla in maniera definitiva bisognerebbe evitare le passeggiate nelle aree più a rischio, almeno per il periodo clou, in cui nell’aria c’è una maggiore concentrazione di queste sostanze.
Le intolleranze alimentari
Allergie o intolleranze alimentari nei nostri animali, con sintomatologie che vanno dalla dermatite, alla flatulenza, al vomito, alla diarrea, possono essere causate da proteine o carboidrati presenti nel cibo. Tra gli alimenti che più frequentemente causano allergie figurano latticini, manzo, pesce (più frequente nei felini), frumento, riso, pollo, uova, agnello e soia.
- Non esistono a oggi esami al 100 per cento affidabili per la diagnosi di allergia o intolleranza alimentari (vere o presunte) nel cane e nel gatto, quindi, come succede per gli esseri umani, la prima cosa da fare è procedere per via empirica.
Con la dieta a eliminazione, la sostanza che si ritiene responsabile dell’allergia viene completamente rimossa dall’alimentazione dell’animale, che potrà mangiare solo cibi mai assunti prima.
Ovviamente vanno eliminati anche snack, premietti e stick puliscidenti. Questa dieta va osservata per un minimo di otto settimane, il tempo che una sostanza impiega per essere completamente eliminata dal corpo.
Anche se esistono in commercio alimenti specifici per animali con allergie alimentari, la dieta più efficace in questo senso è sempre quella casalinga, perché permette di selezionare personalmente gli ingredienti, senza il rischio che l’animale ingerisca conservanti o additivi.
Il supporto di un veterinario nutrizionista in questo caso e importantissimo, non solo al momento della diagnosi, ma anche per mettere a punto una dieta personalizzata ed equilibrata, che passa dall’integrazione graduale di nuovi alimenti. Purtroppo, spesso molti animali che soffrono di allergie alimentari presentano anche allergie concomitanti da contatto o da agenti inalanti.
MA L’ALLERGIA È EREDITARIA?
Oltre ai fattori ambientali, all’origine dell’allergia possono anche esserci fattori ereditari. Alcune razze di cani come, per esempio, il west highland white terrier, il bulldog francese, il boxer, il bassotto, il collie, il dalmata, gli sharpei, e in generale, tutte le razze brachicefale, ovvero quelle in cui la mascella è più corta, sono particolarmente predisposte alle allergie. Per quanto riguarda i gatti invece, tra le razze che manifestano più episodi allergici figurano i siamesi.
Fonte: Salute in Famiglia, periodico del gruppo Farma Editore, mar/apr 2020
Fonte immagine: https://iheartdogs.com/dog-sitting-service-deemed-essential-to-serve-healthcare-workers/
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