Passare il cibo dalla nostra tavola alla ciotola del cane o del gatto non sempre è una buona idea:
- «A volte», spiega la veterinaria Brunella Marra, scientific communication e scientific affairs manager di Royal Canin, «può non essere adatto ai pet perché poco digeribile o troppo ricco di zuccheri, altre addirittura dannoso. Questo anche in virtù delle diverse capacità di metabolizzare alcune sostanze che ci rendono molto diversi da loro».
Ecco i principali alimenti che l’esperta invita a non dare agli animali di casa.
Cioccolato, in particolare fondente. Contiene concentrazioni più elevate di teobromina, un alcaloide con grande potere stimolante del sistema nervoso e cardiaco, la cui assunzione può provocare aumento della frequenza del battito cardiaco e tremori.
Aglio, cipolla e vegetali simili (come il porro), sia cotti sia crudi. La loro ingestione può provocare, oltre a vomito e diarrea, una grave anemia emolitica a causa del danneggiamento dei globuli rossi. Tra le verdure, anche le parti verdi delle patate, se ingerite crude, possono determinare danni all’apparato digerente e tachicardia, a causa della presenza di solanina soprattutto nei germogli.
Uva, uva passa e uva sultanina. Il rischio è quello di lesioni renali acute che, se estese, possono portare a danni renali permanenti. La sostanza responsabile di questi effetti non è stata ancora identificata.
Noci di macadamia. Contengono una molecola finora sconosciuta che presenta bassa tossicità per il sistema nervoso con conseguenze quali vomito e debolezza.
Dolcificanti, xilitolo in particolare. È molto dannoso anche in piccole quantità: determina una repentina ipoglicemia, che può portare a tremori e collasso; inoltre è difficilmente metabolizzabile a livello epatico, per cui può determinare anche lesioni al fegato.
Bevande alcoliche, birra compresa. Anche in piccolissime quantità, possono essere molto tossiche per cani e gatti che non riescono a metabolizzare l’etanolo.
Caffè e tè. Contengono teina, stimolanti del sistema nervoso e cardiocircolatorio ai quali cani e gatti sono molto più sensibili di noi.
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Fonte: un articolo di Marco Ronchetto, tratto da Ok Salute e Benessere, maggio 2019 – con la consulenza della veterinaria Brunella Marra