Per il cane niente è più importante che far parte del branco: preferisce stare accanto a te mentre fai i compiti piuttosto che in giardino da solo…
Accogliere un cane nella nostra casa significa presentarci a lui e presentargli i luoghi che diventeranno la sua vita. Da quel momento in poi, noi saremo gli unici responsabili della sua felicità e del suo benessere: quel cane non avrà altri che noi, noi saremo il suo branco. Il cane ha un cervello molto sviluppato, del tutto simile al nostro, e ha un repertorio di comportamenti molto complesso, legati a quella che viene chiamata intelligenza sociale.
Cos’è l’intelligenza sociale?
Nella nostra vita quotidiana, quando compiamo un’azione o facciamo una scelta, pensiamo innanzitutto a noi stessi: io voglio, io faccio, io vado, ecc. Per il cane, questo modo di pensare non è concepibile, né comprensibile, perché pensa se stesso all’interno del branco e sceglie e agisce usando il “noi”: noi vogliamo, noi facciamo, noi andiamo, ecc.
- Siccome siamo noi a decidere per il nostro cane, e dato che è lui a doversi adattare alle regole dì noi esseri umani e non il contrario, dobbiamo fare attenzione che capisca ciò che andremo a chiedergli.
Parla con lui
Il fondamentale scambio comunicativo deve essere continuo e continuato lungo la giornata, sette giorni su sette, ed è inammissibile per il cane essere costretto a vivere senza compagnia. Un cane lasciato tante ore da solo in giardino, in un box, in casa, in un’altra stanza quando ci sono ospiti: sono tutte forme di isolamento sociale che si traducono in un vero e proprio maltrattamento.
Leggi il suo disagio
II fatto che un cane lasciato in solitudine non porti cicatrici sul corpo non significa che non stia soffrendo: un individuo che abbaia sempre, che si morde o lecca insistentemente le zampe, poco reattivo o, al contrario, eccessivamente irritabile, è un animale che non sta bene.
Tutti questi comportamenti di disagio possono insorgere in seguito a stati prolungati di isolamento. Basti pensare al fatto che quando il cane ci guarda e noi distogliamo lo sguardo da lui, subito mette in atto modalità per richiamare la nostra attenzione: abbaiando, toccandoci col naso, toccandoci con la zampa, girando intorno a noi tenta di riconquistare il nostro sguardo.
Già questo semplice esempio basta a dimostrare quanto soffre quando è ignorato.
Fonte: un articolo di Roberto Marchesini, etologo, studioso della relazione tra l’uomo e le altre specie animali – Focus Wild, n.68 marzo 2017