Parco Archeologico di Baia…

Giunta nel Parco Archeologico Sommerso di Baia nel golfo di Pozzuoli, l’Arca di Noè si è improvvisata sottomarino e ha esplorato i resti dell’antica città romana che riposano sul fondo del mare

 

Non è forse vero che una bellezza nascosta e faticosa da svelare ci risulta ancor più preziosa e incantata? Non è anche la salita a piedi sul promontorio a rendere il primo sguardo sull’acropoli di Atene ancora più magico? Allora le vestigia che si celano sott’acqua davanti alla costa di Baia (frazione di Bacoli, Napoli) sono sicuramente uno spettacolo imperdibile per chi ama scostare con le proprie mani il velo che cela il tesoro sommerso.

È infatti proprio questo il gesto che bisogna compiere una volta muniti di bombola e pesi e giunti sul fondo del mare: scostare con le proprie mani il terriccio che nasconde, ma soprattutto protegge, i mosaici che decoravano i pavimenti della sontuosa villa dell’imperatore Claudio.

IL TESORO INGHIOTTITO DAI FLUTTI

La prima domanda che può saltare alla mente è: perché mai dei siti archeologici dovrebbero trovarsi immersi sotto i flutti marini? Questo fenomeno tellurico, che riguarda cioè la crosta terrestre, si chiama bradisismo, è dovuto al vulcanesimo e comporta il progressivo (circa un centimetro all’anno) abbassamento del livello del suolo.

Ciò che quindi un tempo si trovava a ridosso dei promontori costieri e al livello del mare oggi fa parte del mondo di Poseidone, e ciò che invece era zona collinare oggi è una marina.

Capo Miseno, la punta che dà inizio al golfo di Pozzuoli e a quello di Napoli, nel periodo a cavallo tra la Repubblica e l’Impero romano rappresentava il punto di raduno della maggior parte della flotta di Roma, con il doppio scopo di proteggere la capitale e di controllare le colonie; inoltre, il golfo di Pozzuoli era considerato un’ambitissima meta di villeggiatura per la nobiltà romana: ancora oggi possiamo visitare i resti della fastosa villa dell’imperatore Claudio in corrispondenza di Punta Epitaffio.

Le vestigia si trovano fra i 5 e i 7 metri di profondità, sono quindi facilmente visitabili anche soltanto con maschera e boccaglio o da sommozzatori principianti…

 

Fonte: un bell’articolo di Michelangelo Panza su L’Arca di Noè, dicembre 2019
Fonte immagine: wikimedia

 

 

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