I giorni della merla sono appena finiti e la natura comincia il suo lento risveglio: tra poche settimane dal terreno spunteranno i primi fiori con petali colorati, gli alberi si ricopriranno di foglie e gli animali usciranno dal letargo. Siamo nel Bosco della Mesola, in provincia di Ferrara, una delle più antiche ed estese aree boscate dell’Emilia-Romagna.
La riserva naturale ha una superficie di 1058 ettari ed è considerata l’ultima foresta rimasta nella Pianura Padana. Qui, tra cespugli, distese erbose e specchi d’acqua, si nascondono numerose specie animali, dagli uccelli ai rettili, dagli anfibi ai mammiferi. Tra questi ultimi, il cervo è diventato parte integrante del tessuto storico, s0cio-culturale e naturale di Mesola, l’unica città europea a ospitare l’ultimo ceppo autoctono di questo elegante e maestoso mammifero, discendente diretto del cervo dell’antica Padania.
SALVATI DALL’ESTINZIONE
Nel Bosco della Mesola vivono oggi tra i 250 e i 300 esemplari di cervi, ma fino a qualche anno fa questi animali dal mantello rossiccio e dalle lunghe corna erano a rischio estinzione. Il numero era ridotto a soli 20 individui, oltre che per la deforestazione e la caccia incontrollata, anche a causa della presenza di centinaia di daini che avevano deteriorato la qualità dell’habitat e ridotto la quantità di cibo a disposizione del “re del bosco”.
L’impegno dei veterinari, dei volontari e del Reparto Carabinieri per la Biodiversità ha contribuito però a impedire che questa antica specie di cervo scomparisse dalla riserva, estinguendosi.
«E’ una popolazione unica che si è adattata da tanto tempo a vivere in un ambiente povero di nutrienti», spiega Mauro Menghini, appuntato scelto Carabinieri Biodiversità del Bosco della Mesola. Sono animali di ridotte dimensioni e hanno palchi scarsamente formati con poche punte»,
Questi cervi autoctoni rappresentano dunque un inestimabile patrimonio zoologico, biologico e faunistico dell’Italia peninsulare. Ecco perché il Castello Estense della Mesola ha dedicato alla loro storia e alla loro bellezza un’intera esposizione.
I visitatori scoprono così il forte legame che lega il cervo alla cultura, all’arte e alla religione nel territorio ferrarese.
Fonte: estratto da un bel servizio di Fausto Egidio Piu, tratto da L’Arca di Noè, febbraio 2020
Fonte immagine: wikimedia
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