Guardarlo è un vero spettacolo. Saettando sul pelo dell’acqua, una freccia blu e arancio va a posarsi su un ramo. Non abbiamo nemmeno il tempo di puntare il binocolo che, come un proiettile, si tuffa di testa, affonda e riemerge con un piccolo pesce nel becco, facendo rapidamente ritorno sul ramo da cui era partita.
Il Martin pescatore (Alcedo atthis) è uno degli uccelli più belli e spettacolari della fauna italiana.
Nel nostro Paese vive dal livello del mare fino a circa 650 metri di altitudine. In genere predilige stabilirsi lungo piccoli fiumi, stagni, canali e fossati ma si dimostra molto adattabile, frequentando anche i bacini delle cave di ghiaia abbandonate, i laghi e i grandi fiumi caratterizzati da forti correnti.
Al di fuori del periodo riproduttivo, inoltre, può accadere che allarghi il proprio habitat estendendolo agli estuari, alle coste del mare e persino alle isole. La sua distribuzione attuale va dalle isole britanniche e dalla costa atlantica dell’Europa fino alle isole Kurili, all’estremo oriente russo, al Giappone e a Taiwan. In pratica… mezzo mondo!
Tuttavia, nonostante il vasto areale, la specie non conta moltissimi esemplari. In Italia gli ultimi dati parlano di circa diecimila coppie.
Il “Martino” è molto esigente per quanto riguarda le scelte di vita. Oltre alla qualità dell’acqua, che deve essere limpida e calma, perché il Martin pescatore si stabilisca in una zona è essenziale che lungo le rive vi siano molti punti d’appoggio, “posatoi”, dai quali possa osservare la superficie sottostante e tuffarsi sulle prede.
Vanno molto bene rami sporgenti, radici affioranti, resti di vecchi alberi e manufatti. L’importante è che siano non più alti di due metri. Anche le sponde devono corrispondere a criteri ben precisi: solo le rive sabbiose o argillose, verticali e nude, permettono al Martin pescatore di costruire il suo tipico nido, un lungo cunicolo inaccessi bile ai predatori.
LA PAPPA IDEALE? PESCETTO FRESCO
Per quanto riguarda il cibo, questo piccolo uccello è un predatore altamente specializzato e “di bocca buona”. Tutto ciò che si muove nell’acqua e ha dimensioni comprese tra uno e dieci centimetri rappresenta un pasto potenziale: pesci, anfibi, crostacei, molluschi, insetti acquatici e relative larve.
Ma le prede preferite sono i pesci che possono costituire la quasi totalità della sua dieta. Le modalità di caccia di questo piccolo uccello sono uniche e spettacolari: immobile su uno dei suoi posatoi abituali, osserva attentamente la superficie liquida sottostante finché una preda delle giuste dimensioni non gli arriva a tiro.
A quel punto si tuffa a testa in giù, tagliando l’acqua come una fiocina e afferrando il pesce con il becco semiaperto. Che il “Martino” sia un formidabile pescatore è confermato dal fatto che durante il tuffo è in grado di modificare il suo assetto idrodinamico. Se il fondale ha una profondità superiore ai quaranta centimetri, al momento dell’ingresso in acqua le ali sono tenute strettamente aderenti al corpo, in modo da ridurre al massimo l’attrito; se l’acqua è più bassa, invece, le ali vengono aperte leggermente per iniziare subito a frenare ed evitare l’impatto con il fondo.
Una volta afferrato il pesce, il Martin pescatore torna in superficie verticalmente, tenendo il becco appoggiato al petto. La sua risalita sfrutta sia la naturale spinta di galleggiamento sia quella dovuta all’aria trattenuta nelle penne e nelle piume.
Fonte: estratto da un bel servizio sulla rivista Amici di Casa, agosto 2018
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