Ipertiroidismo del gatto!
Una patologia relativamente diffusa tra i gatti anziani è l’ipertiroidismo, che deriva da uno squilibrio organico legato all’eccessiva produzione di ormoni da parte della ghiandola tiroide.
Quest’ultima, localizzata nella parte anteriore del collo, regola molte importanti funzioni fisiologiche e può dopo una certa età sviluppare dei noduli (talora microscopici) che ne alterano la funzione.
Si tratta in realtà di un problema sempre più diffuso da un quarto di secolo a questa parte nella popolazione felina mondiale, anche se gli studiosi non sono ancora riusciti a dare una precisa spiegazione scientifica al fenomeno.
Il problema dei ritardanti di fiamma
Nell’ultimo ventennio gli scienziati si sono ripetutamente interrogati per comprendere l’aumento di incidenza dell’ipertiroidismo nei gatti non più giovani.
- Probabilmente, così è stato teorizzato da alcuni, esiste una relazione con le mutate condizioni esistenziali e l’abitudine a vivere in appartamento al nostro fianco: prova ne è che il fenomeno riguarda i soggetti di tutto il mondo, indipendentemente dall’area geografica di residenza.
Per altri, invece, la causa dovrebbe essere ricercata nell’inquinamento ambientale. Come spesso accade, tuttavia, la verità sta nel mezzo.
Una recente ricerca, infatti, avrebbe documentato la presenza di elevati livelli di ritardanti di fiamma bromurati (sostanze che, in grado di legarsi per anni alla polvere presente nelle nostre abitazioni, vengono aggiunte ai tessuti, agli arredi e alle apparecchiature elettroniche per ridurne l’infiammabilità) nel sangue di gatti ipertiroidei, a dimostrazione del fatto che non è escluso che tale condizione possa dipendere anche dall’inquinamento ambientale tipico della vita domestica.
I sintomi dell’ipertiroidismo
L’ipertiroidismo felino interessa di norma gatti ultra-decenni, che hanno cioè varcato la soglia della terza età felina. Sono diversi i sintomi caratteristici, i quali però non è detto compaiano sempre associati tra loro.
L’aumento di sete (i gatti tendono in genere a bere poco o nulla), si traduce in una marcata riduzione del livello dell’acqua nella ciotola e si associa necessariamente all’abbondante produzione urinaria e all’aumentato consumo della lettiera presente nella cassettina igienica.
All’incremento dell’appetito (l’animale diviene talora famelico) fa da contraltare la riduzione ponderale e in particolare delle masse muscolari. Il micio ipertiroideo, dunque, è spesso magro e disidratato.
Anche vomito e diarrea sono sintomi comuni, così come il nervosismo e la tendenza all’irritabilità e all’aggressività.
Gli esami del sangue mostrano un’alterazione degli enzimi epatici e dei parametri di funzionalità tiroidea, tra i quali tiroxina (meglio nota come T4) assume un’importanza fondamentale.
Fonte: un articolo del dottor Piero M. Bianchi, veterinario, tratto da L’Arca di Noè, maggio 2018
Fonte immagine: petfamily
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