Quando si pensa ai salmoni vengono subito in mente scene di orsi che cercano di catturarli sulle cascate. In realtà quell’attimo è solo una piccolissima parte di una vita complicata e avventurosa fin dalla nascita…
Quanto il salmone sia importante per il sostentamento d’intere comunità lo si può ben apprezzare leggendo le storie narrate da popolazioni geograficamente anche lontane tra loro, come i Celti ei nativi americani.
Una delle leggende celtiche più note sul tema si incentra sul “salmone della saggezza” che viveva in un ampio bacino e mangiò alcune nocciole magiche cadute in acqua.
Il druido Finegas decise allora di provare a catturare il pesce per ottenerne tutta la conoscenza. Se non fosse che il suo apprendista, Fionn, arrostendo il salmone, si bruciò la mano e, portandosi d’istinto il dito colpito in bocca, acquisì involontariamente tutte le doti del saggio pesce.
Da quel giorno in poi, divenuto il capo dei guerrieri, gli bastava mordersi il pollice per poter, ogni volta, conoscere il futuro. Tra i nativi nordamericani Squamish che vivono nei pressi di Vancouver, sul versante canadese dell’Oceano Pacifico, è diffusa l’usanza di ributtare le ossa di questi pesci nel fiume.
Questo gesto deriva dalla leggenda secondo la quale i salmoni sarebbero in realtà delle persone del Popolo dei Salmoni, che tornerebbero in vita proprio con questo rituale per poi immergersi nuovamente in acqua per diventare salmoni che danno sostentamento alla tribù.
TRASFORMAZIONI RIPRODUTTIVE
La risalita dei fiumi per la riproduzione segue un periodo di accrescimento in mare che può durare da uno a sette anni. Come riescano i salmoni a riconoscere quale sia il corso d’acqua che hanno abbandonato da giovani è ancora un mistero.
Questa capacità, seppur ai tempi non dimostrabile scientificamente, guidava anche le usanze di alcune tribù di Nativi americani che erano soliti creare nuove popolazioni di salmoni spostando le uova fertilizzate da una sorgente all’altra all’interno di ceste mantenute umide con il muschio. Notarono ben presto che i pesci tornavano così nei nuovi fiumi per la riproduzione, un vero imprinting fin dalla nascita.
Mano a mano che i salmoni affrontano la risalita, che può durare più di una settimana, avvengono numerosi cambiamenti fisici ed etologici.
Il mutamento del colore della livrea ben visibile nel sockeye Oncorhynchus nerka (Walbaum, 1792), il rimodellamento dello scheletro dovuto al riassorbimento di intere porzioni ossee e la contemporanea crescita di altre come nell’humpback Oncorhynchus gorbuscha (Wal baum, 1792), possono modificare completamente gli esemplari una volta giunti in acqua dolce.
Forse però l’aspetto più straordinario è conseguente alle modificazioni della mascella e della mandibola sulla quale si forma un uncino. Da questa sporgono anche speciali denti diversi da quelli utilizzati fino a quel momento per nutrirsi.
Non bisogna infatti dimenticare che durante tutta la risalita questi pesci smettono di mangiare e arrivano a consumare il 40% della propria massa corporea. ù
Quel li che abbiamo visto sono tutti caratteri sessuali secondari che i maschi utilizzano una volta raggiunti i siti di deposizione.
Non in tutte le specie di salmoni gli individui muoiono dopo l’accoppiamento: nei maschi di quelle specie che possono compiere più cicli riproduttivi, la struttura a uncino scompare quasi del tutto una volta tornati in mare, per poi ricomparire nella seguente stagione riproduttiva.
Ogni specie di salmone richiede fiumi con caratteristiche specifiche, dalla profondità delle acque alla composizione dei ciottoli che formano il substrato. Questi fabbisogni, insieme alla stagionalità, evitano, in genere, che nel medesimo sito riproduttivo vi siano contemporaneamente specie diverse, anche se talora si assiste comunque a lotte tra maschi di specie differenti.
Fonte: “I misteri dei salmoni!” è un estratto da un bel servizio di Alessio Arbuatti, Medico Veterinario accreditato FNOVI – tratto da L’Arca di Noè, marzo 2019
Fonte immagine: Atlantic Salmon Male | Atlantic salmon showing the kype (hoo… | Flickr
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