Pescatori provetti!

I primi raggi di sole si riflettono sull’acqua, una lieve corrente d’aria dipana la nebbia ed ecco risuonare nell’aria il “grido” degli uccelli. Un falco pescatore sorvola il fiume a una ventina di metri d’altezza, ispeziona le acque calme di un tratto morto e, mantenendosi in volo con l’aiuto di vigorosi battiti d’ali alternati a sapienti planate, effettua un accurato sopralluogo.

La testa è in posizione prona, segno che ha individuato una preda in superficie. All’improvviso le ali si distendono all’indietro e, con una brusca picchiata, il falco si lancia all’attacco. Penetra nell’acqua producendo uno zampillo fortissimo. Poi, con potenti colpi d’ala, si strappa dall’acqua dando vita all’affascinante spettacolo di una miriade di goccioline che spruzzano di qui e di là.

Si scrolla e lascia intravvedere nel becco la preda catturata. Un poco appesantito per il pesce che trattiene tra le zampe, riguadagna la riva e va a posarsi su un vecchio ramo. Qui, con una zampa sul trespolo e con l’altra impegnata a stringere saldamente la preda, uccide il pesce catturato servendosi del becco, strappa i pezzi di carne e scarta gli intestini.

Ad alcuni metri sono già arrivate le cornacchie, pronte a rubare gli avanzi abbandonati dal rapace. Non sempre, però, la battuta di pesca viene coronata dal successo, soprattutto quando l’acqua è agitata. Inoltre, il falco deve scegliere con cautela le proprie prede se non vuole rimanere impigliato con gli artigli in pesci troppo grossi e pesanti che potrebbero trascinarlo sott’acqua e farlo annegare.

Il falco cattura solo i pesci che nuotano in superficie come, tanto per citarne alcuni d’acqua dolce, scardole, piccoli cavedani, alborelle.

Il fabbisogno giornaliero di cibo per un esemplare adulto ruota attorno ai trecento grammi. Infatti, le sue prede pesano mediamente tra i duecento e i trecento grammi, mentre la cattura di pesci oltre il mezzo chilo è da riservarsi a occasioni d’eccezione.

QUANTE STRATEGIE E QUANTI STRATEGHI

Tra veri pescatori professioni sti e altri improvvisati, ecco una carrellata sulle strategie adottate da alcune specie. Il falco pescatore è il solo uccello che catturi le prede servendosi delle zampe ed è anche l’unico che sui pesci basi l’intera propria dieta.

Vario è invece il regime alimentare di albanella e nibbio bruno: si cibano di pesci in alternanza a piccoli mammiferi, uccelli, rettili, crostacei, insetti.

Le prede sono sempre pesci morti o agonizzanti che galleggiano a fior d’acqua.

  • Questi uccelli sono incapaci di immergersi con l’intero corpo, si bagnano le sole zampe arrivando, al massimo, sino all’altezza del ventre.
  • In certe zone particolarmente ricche di fauna ittica, i pesci possono costituire ben l’ottanta per cento della dieta del nibbio bruno.

Anche le poiane ne consumano in quantità, catturandoli sulle rive di stagni e di fiumi. Si tratta sempre di pesci morti, banchetto funebre che questi uccelli dividono con gazze e cornacchie.


A CIASCUNO LA SUA TECNICA

C’è chi si immerge…

Ogni uccello, a seconda della morfologia che lo caratterizza, ha una sua precisa tecnica di pesca. L’airone, per esempio, sfrutta le zampe, il collo e il becco lunghi per praticare al meglio la pesca “al colpo”. Ma non per tutte le specie di airone vale lo stesso tipo di tecnica. E le cose cambiano anche da individuo a individuo.

Mentre l’airone cenerino pesca in acque poco profonde attendendo immobile il passaggio della preda, altre specie si cimentano anche in acque profonde.

Questi ultimi si accomodano su trespoli, picchetti o ciuffi di vegetali emersi dall’acqua per poi gettarsi a picco non appena individuano un pesce da catturare. Poi, riguadagnano a nuoto la postazione d’attesa e, una volta all’asciutto, si scrollano con energia per liberarsi dell’acqua assorbita dalle piume.

Il tempo speso nell’attesa può essere più o meno lungo e, naturalmente, dipende anche dal numero di prede disponibili. In linea di massima, la cattura di prede piccole in poca acqua obbliga l’airone a immergersi solo con la testa e parte del collo: i pesci più grandi (dai duecento ai quattrocento grammi) lo costringono invece ad attese prolungate durante le quali si mantiene immobile immerso nell’acqua sino alle ali.

Impassibile, con il collo teso e la testa inclinata ad angolo retto puntata verso la superficie, gli unici segni di vita vengono dai grandi occhi gialli, vivacissimi e attentissimi. Con un blitz improvviso, l’uccello si distende, sparisce quasi del tutto in un vortice e infilza il pesce con il becco appuntito.

Nel caso il malcapitato sia un pesce piccolo, l’airone lo inghiotte direttamente in un sol boccone e riprende subito la pesca. Se invece il pesce è di taglia grande, prima di cibarsene l’airone ritorna a riva e qui lo uccide con violente beccate…



 

Fonte: estratto da un bel servizio tratto da Amici di Casa, dicembre 2018
Fonte immagine: Foto gratis: Osprey, maculato, mare, trota (pixnio.com)

Sara & Simone

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