Secondo gli ultimi dati statistici nazionali, il diabete interessa circa quattro milioni di italiani. Pur non avendo stime precise circa la diffusione della malattia nelle specie canina e felina, è comunque assodato che si tratta di un problema tutt’altro che raro nei nostri amici a quattro zampe.
Sembra però, sulla base di una serie di ricerche internazionali, che negli ultimi venticinque anni i cani e i gatti diabetici si siano decuplicati, soprattutto a causa delle mutate condizioni di vita cui gli animali sono oggi sottoposti.
Il diabete (che sarebbe opportuno chiamare diabete mellito per distinguerlo dal diabete insipido, un’affezione di tutt’altra natura) si manifesta a seguito di una carenza di insulina, quell’ormone che – prodotto dal pancreas – regola il metabolismo degli zuccheri.
Ne sono principalmente colpiti gli animali di mezza età, specie se sovrappeso od obesi, e in particolare le femmine non sterilizzate. I sintomi principali comprendono aumento della sete e abbondante produzione/eliminazione di urina, cui possono accompagnarsi incremento dell’appetito e progressivo dimagramento.
L’insorgenza di tali segni clinici deve essere già di per se stessa sufficiente a farci insospettire e giustifica il tempestivo ricorso a un esame del sangue di controllo.
La conferma arriva proprio dalla misurazione della glicemia (cioè il tasso degli zuccheri nel sangue), che in corso di diabete è a digiuno piuttosto elevata (supera infatti il valore standard di 70-120 mg/dl), e dalla contestuale valutazione della fruttosaminemia (che indica l’andamento del metabolismo glucidico delle ultime settimane).
Se non opportunamente curato, il diabete mellito può condurre in tempi più o meno lunghi a disturbi di tipo cardiocircolatorio, ad anomalie oculari (prima tra tutte la cataratta, ovvero l’opacamento del cristallino, cui con segue l’evidente calo della vista), ad alterazioni a carico del fegato e dei reni, a scompensi idro-elettrolitici, fino ad arrivare a un progressivo decadimento delle condizioni generali.
In commercio esistono farmaci specifici per cani e gatti, ad azione lenta, che consentono l’esecuzione di due sole iniezioni sottocutanee quotidiane. Il quantitativo da iniettare al nostro beniamino con la coda va tarato sulla base di un dosaggio medio iniziale da valutare nel tempo con controlli ripetuti della glicemia.
Tali iniezioni devono essere effettuate con apposite siringhe per insulina veterinaria (facilmente reperibili in commercio, sono tarate per la concentrazione specifica adatta ai pet: 40 U. 1/ml) oppure mediante una pratica penna (VetPen) che, del tutto equiparabile a quelle impiegate nella nostra specie, funziona con aghi monouso e assicura la massima precisione nell’erogazione delle dosi.
Ottenuta la stabilizzazione della glicemia, possono anche essere i familiari a svolgere le verifiche del caso mediante apparecchiature dedicate, analogamente a quanto avviene in campo umano.
Fonte articolo: “Il diabete in cani e gatti” è u estratto da un interessante articolo del dottor Piero M. Bianchi, medico veterinario su L’Arca di Noè, ottobre 2019
Fonte immagine: Cat and dog | Free SVG
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