Nella primavera del 1985, Carol Ann Brewer acquistò, da una coppia che viveva ai piedi della Catena delle Cascate: (Stato di Washington), un gatto maschio polidattile (cioè con un numero di dita superiore al normale) e dalla coda corta.
Nel gennaio del 1986 entrò in possesso di un altro gatto maschio, di nome Keba, simile a quello acquistato pochi mesi prima, noto tra gli abitanti della zona perché si diceva discendesse direttamente da una lince.
Nonostante fosse estremamente denutrito quando venne trovato, il gatto pesava quasi 8 kg e raggiungeva, sulle quattro zampe, l’altezza delle ginocchia della Brewer.
Accadde quindi un fatto fortuito: poco tempo dopo il suo arrivo, Keba conobbe la gatta dei vicini, e nell’aprile del 1986 venne alla luce la prima cucciolata. Carol scelse e tenne per sé una gattina femmina, dal pelo rosso-fulvo screziato, considerata la fondatrice della razza, e le diede il nome di “Stone Island Pixie”.
L’anno successivo venne avviato il programma di allevamento e la Brewer si impegnò, quindi, nella ricerca di esemplari dalle caratteristiche simili. Riuscì a raccoglierne circa 23, provenienti da tutto il circondario di Cascade, considerati nati dall’unione naturale tra linci rosse e gatti domestici e a cui si riferiva utilizzando l’espressione da lei coniata: “Legend Cat”.
A sostegno di queste opinioni, la classificazione del Pixie Bob come “nuova razza locale” comprende la definizione: “Una nuova razza che è stata identificata tramite la selezione di individui caratterizzati da fenotipi simili, all’interno di una naturale popolazione indigena di una particolare regione geografica”.
Nonostante sia stato allevato per assomigliare alla lince rossa e ne rispecchi l’aspetto maestoso e selvatico, il Pixie Bob ha l’animo da gatto domestico.
Ama trascorrere il tempo in casa, partecipando attivamente alla vita famigliare in tutto e per tutto: da feste di compleanno a barbecue all’aperto, non si perde un’occasione per dimostrarsi parte integrante della sua famiglia, agitando la piccola coda in segno di apprezzamento.
Addirittura, chi progetta di adottarne uno, deve essere pronto, al suo rientro a casa, a essere accolto da affettuose feste feline.
È proprio per questo che spesso, in riferimento alla sua personalità, si usa il termine “doglike”, per indicare l’innato attaccamento all’essere umano, inusuale per i gatti, che sono notoriamente più indipendenti.
Non dovrete quindi stupirvi se doveste vederne uno passeggiare al guinzaglio a fianco del padrone, oppure riportare un oggetto che gli sia stato lanciato, poiché imparano tutto molto facilmente.
Il Pixie Bob è particolarmente intelligente e, nonostante non sia affatto irruente o tendente a combinare disastri, ha bisogno di giochi stimolanti per mantenere la mente attiva e di un costante contatto con il padrone, contro il quale è solito strusciare dolcemente la testa in segno di affetto.
Estremamente leale, è un ottimo compagno di gioco anche per i bambini, sui quali veglia come una tata pelosa in miniatura ed è un vero tenerone, a patto però che venga sempre trattato con il dovuto rispetto, come richiede qualsiasi altro animale.
In fondo in fondo, comunque, questo gatto è un pigrone di prima categoria: la sua indole calma e rilassata lo porta a trascorrere la maggior parte della giornata in casa al calduccio, dormicchiando su qualsiasi superficie morbida disponibile…
Fonte: “Pixie Bob: un gatto solo in apparenza selvatico!” è un estratto da un bel servizio di Francesca Fattori, tratto da L’Arca di Noè, gennaio 2019
Fonte immagine: File:Ponderosa Klondike ofAstonwoods11.JPG – Wikimedia Commons
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