Osservare gli uccelli nutrirsi, cantare e muoversi nel loro ambiente naturale è un privilegio impagabile, soprattutto per chi vive in città.
Con la loro allegria e leggerezza, gli uccellini ci riportano immancabilmente al mondo delle favole che accompagnava la nostra infanzia. Una sensazione di pace e di vicinanza al bosco e ai suoi abitanti che possiamo ritrovare visitando la Radura delle Cince nell’Osservatorio Eco-faunistico Alpino di Aprica, in provincia di Sondrio, un paradiso per gli amanti dei piccoli ma forti uccelli.
L’ecosistema tipico di questa zona è il bosco di conifere che prende il nome di “pecceta” dall’albero più diffuso, l’abete rosso, detto appunto peccio.
Riuscite a immaginare un bosco senza il canto degli uccelli in sottofondo? Be’, in effetti è molto difficile, dato che il loro richiamo caratterizza in modo quasi inconfondibile l’ambiente boschivo incontaminato.
Raramente superano i 20 cm di lunghezza ma hanno becco e zampe forti che permettono loro di cacciare gli insetti ininterrottamente durante tutta la giornata: in inverno hanno la necessità di assumere quotidianamente una quantità di cibo pari al loro peso corporeo e non possono permettersi di sprecare tempo in attività che non siano mirate a questo scopo.
Le cince si suddividono in ben 61 specie caratterizzate da diverse colorazioni e “acconciature” del capo. La più famosa è sicuramente la cinciallegra che, leggermente più grande delle altre cince, è riconoscibile per il colore nero cangiante del piumaggio sulla testa.
Curiosando nella Radura delle Cince è facile imbattersi nella tipica cincia alpina, la cincia bigia, nella cincia mora riconoscibile per la testa nera e lucida e nella cincia dal ciuffo, una simpatica specie caratterizzata da una piccola cresta sul capo come particolare pettinatura.
Sparsi per la radura si possono notare dei distributori di semi e delle strisce di lardo non salato appesi ai rami degli alberi; su queste mangiatoie sospese, possiamo ammirare le cince mentre arrivano festose una dopo l’altra a fare rifornimento.
Le cince sono solite nidificare nelle cavità degli alberi, ma non essendo in grado di bucare i tronchi con il proprio becco, e trovandosi all’ultimo posto nella gerarchia degli uccelli che possiedono le stesse abitudini di nidificazione, hanno sviluppato una notevole capacità di adattamento e accettano di buon grado i nidi artificiali forniti dall’uomo, soprattutto nelle zone che hanno subìto una qualche forma di deforestazione o modifica dell’habitat originario.
Nel parco, ad esempio, usano ripararsi all’interno di una piccola cappella votiva in legno costruita dall’artigiano-artista della Val Gardena Demetz in onore di San Francesco, protettore degli animali.
E in alcuni Paesi alpini, come l’Austria, tutte le case ospitano in giardino una o più famiglie di cince nelle casette-nido in legno. Una consuetudine ammirevole che sarebbe bello importare anche da noi…
Fonte: “Cincia: c’è un luogo magico in Italia dove vive!”, un estratto da un bellissimo servizio di Michelangelo Panza su L’Arca di Noé, marzo 2019
Fonte immagine: Cincia Mora Ramoscello Giardino – Foto gratis su Pixabay
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