Un amico che non può e non deve vivere in casa nostra, anche perché la legge vieta, giustamente, di possedere animali selvatici. Succede abbastanza spesso, però, che chi abita vicino alla campagna lo trovi in giardino. Per questo è giusto conoscerlo e fare in modo che si trovi bene nel nostro spazio verde.
Il suo nome scientifico è Erina-ceus europaeus ed è uno dei primi mammiferi a essere comparso sul nostro pianeta, quasi 60 milioni di anni fa! Impossibile non notare la sua caratteristica principale: gli aculei. Questi strumenti di difesa non sono presenti sui ricci appena nati ma, osservandoli, si nota che la loro pelle è chiara e ricoperta di macchioline nere: è qui che cresceranno le spine.
Dopo due settimane dalla nascita la pelle inizia a cambiare colore e diventa mano a mano da chiara a grigia, gli occhi si aprono e, infine, spuntano gli aculei.
Anche se è tutto coperto di spine, il riccio è un animale assolutamente pacifico e gli aculei gli servono solo per difendersi dai predatori. Il suo carattere, infatti, è tutt’altro che “spinoso” e non ha mai comportamenti aggressivi verso gli esseri umani che, di solito, gli fanno paura.
Il riccio ha abitudini notturne ma oggi, rispetto al passato, è più raro. Questo perché sono sempre meno gli spazi liberi, prati, boschetti eccetera, dove ama vivere, sostituiti sempre più spesso da strade, case e palazzi. La specie, dunque, fa fatica a trovare da mangiare e dove fare la tana.
Un motivo valido per aiutarla. Come? Adattando il nostro giardino alle sue esigenze, che sono poche.
La prima cosa da fare per offrire rifugio al riccio è consentirgli di entrare in giardino. Se abbiamo una rete che corre lungo i confini, può essere utile praticare un piccolo varco a livello del terreno tagliando una maglia o due e ottenendo uno spazio abbastanza grande perché possa passare senza rischiare di impigliarsi nella rete.
Se abbiamo siepi e cespugli, il riccio sceglierà questi luoghi per il suo riposo durante il giorno. Se invece non li abbiamo, possiamo creare piccole tane con legnetti, arbusti e simili: andranno bene anche queste.
Tutto qui, in realtà. Se però abbiamo un cane, allora dobbiamo pensarci bene prima di creare un giardino “attira-ricci”. I cani, infatti, sono tra gli animali che possono dare la caccia al riccio e, in tal caso, meglio evitare rischi.
Gli aculei sono gli strumenti di difesa dei ricci fin da giovani. Servono come protezione non solo dai predatori ma anche dalle cadute, per attutire il colpo. In caso di pericolo, per esempio una volpe interessata a mangiarselo, il riccio si appallottola e spinge gli aculei verso l’esterno, rendendo difficile catturarlo perché… punge.
Durante l’inverno, inoltre, i ricci si ritirano in una tana ben nascosta, un fitto cespuglio o una buca, per esempio, e vanno in letargo fino a primavera. Ma per sopravvivere a questo lungo sonno è necessario che siano abbastanza cresciuti (circa 500 grammi). In caso contrario, rischiano di non sopravvivere….
CURIOSITA da sapere
Ricordiamoci di dargli tanta acqua
Una delle esigenze principali dei ricci è l’acqua: bevono molto, soprattutto quando fa caldo, per questo è una buona idea piazzare una ciotolina con i bordi molto bassi in un angolo riparato del giardino, magari vicino alla siepe o a un cespuglio, e di rinnovarla tutti i giorni.
Se invece abbiamo laghetti con bordo alto o pozzi, facciamo attenzione che non ci caschi dentro mentre cerca di dissetarsi. Meglio coprirli o rendere impossibile l’accesso.
Un consiglio alimentare? Nel caso volessimo lasciargli qualche spuntino, i ricci adorano i croccantini dei gatti e anche le mele. Solo un assaggio ogni tanto, però.
Fonte: estratto da un bellissimo servizio sulla rivista Amici di Casa, ottobre 2018
Fonte immagine: Riccio Bambino Giovane – Foto gratis su Pixabay
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