Grazie alle ricerche condotte nell’ultimo trentennio dagli studiosi del comportamento animale, gli aspetti caratteriali del gatto sono stati ampiamente rivalutati…
A cominciare dalla sua presunta asocialità, spesso confusa con il diritto sacrosanto d’essere lasciati in pace quando se ne ha voglia! Al nostro beniamino, infatti, piace relazionarsi, e pure tanto.
Questa sua caratteristica è confermata dalla forma particolarmente elaborata di body language. Movimenti e posizioni di coda, occhi, orecchie, pelo e baffi ne comunicano chiaramente i propositi e lo stato emotivo del momento. Aggiungiamoci poi i messaggi che fuoriescono dalla sua gola per richiamare la nostra attenzione, senza scordarci gli effluvi che emana, pieni di significati per noi incomprensibili ma chiarissimi se annusati dai suoi simili.
E allora come è possibile non definirlo… un “chiacchierone”, ovvero tutto meno che un solitario per vocazione?
- In condizioni normali, e se non è reduce da maltrattamenti, o peggio, un gatto è sempre pronto a fare amicizia, rinunciando alla consueta timidezza e alla riservatezza che gli vengono unanimemente riconosciute. Certo, è importante che fin da piccolo sia stato abituato a interagire con i suoi simili e con l’uomo. In tal caso lo vedremo allora salutarci con il classico «Miao», ci si struscerà contro le gambe tenendo la coda sollevata e, se preso in braccio e coccolato, ci delizierà con le sue fusa.
Un attore consumato
Un’ulteriore conferma del fatto che il micio apprezza socializzare è data dal gradimento che manifesta per i momenti ludici che trascorre con il proprietario oppure con gli estranei dai quali accetta delle confidenze. Intendiamoci: una pallina, un batuffolo di lana, un gomitolo di filo, qualsiasi cosa rotoli veloce e sia da rincorrere lo entusiasma anche se sta da solo, ma mai quanto se al gioco partecipa un bipede che si diverte dei suoi balzi e piroette da pantera!
Nel nostro amico peloso emerge una componente da definire semplicemente “teatrale”. Ovvero, è un attore nato! Per tale ragione spesso diventa imperscrutabile ed è difficile capirne i sentimenti del momento.
Quale perfetto commediante sia se ne accorgono i cani quando incontrano per caso un esemplare che non conoscono. La scena a cui si assiste è al tempo stesso buffa e drammatica, in quanto Felix si trasforma fino a sembrare la creatura più terrorizzata del pianeta.
Ma è tutto un bluff: sta infatti recitando a uso e consumo degli astanti. Inarca la schiena facendole assumere la forma di una “U” rovesciata e irrigidisce le zampe e la coda verso l’alto, inoltre drizza i peli del mantello per sembrare più grande di quel che è. Poi spalanca gli occhioni, che sembrano sprizzar scintille, e soffia dalla bocca a scopo intimidatorio.
L’interpretazione è quasi sempre seguita da una repentina fuga e tutto finisce li, mancano solo gli applausi.
Corteggiamenti… rumorosi
Attenzione a non mettere un gatto in un angolo da cui non può scappare, perché allora sì che diventa una tigre in miniatura e senza ulteriori finzioni, che si tratti di Fido o uomo, sarà battaglia, tremenda battaglia!
Lasciamolo dunque andare per la sua strada, alle sue esplorazioni, ai suoi amori e riti d’accoppiamento Questi ultimi, talvolta molto rumorosi in ragione delle zuffe fra maschi e degli inseguimenti della femmina prescelta, con i relativi strepiti che ne sono il naturale preambolo, non deliziano certo le nostre notti estive a finestre aperte.
Lo stesso vale per le “micesche” passeggiate sui tetti al chiaro di luna, romantiche se vogliamo, ma spesso accompagnate da miagolii prolungati che esprimono il disappunto di un animale deluso “sentimentalmente”.
Del resto la predilezione per i luoghi elevati è frutto degli istinti ancestrali del nostro beniamino, che sembra non temere l’altezza e soffrire di vertigini. Tetti e cornicioni dei palazzi, davanzali d’appartamento, alberi e, in mancanza di meglio, anche staccionate, cassonetti della spazzatura, padiglioni d’automobile… va tutto bene, basta che gli forniscano una visuale la più ampia possibile di quel che lo circonda.
E in casa tale comportamento ha una replica, perché diventano sue sedi di vedetta le sommità degli armadi e dei pensili della cucina.
Ma è facile comprendere i motivi di questa mania: siamo davanti a un cacciatore atavicamente implacabile, mai distratto e sempre pronto ad agguantare fra zampe e fauci le piccole prede alla sua portata dopo averne seguito le mosse da un punto d’osservazione privilegiato.
In conclusione: impariamo a interpretare le abitudini, le manie, i vezzi e i capricci del gatto e apprezziamone le molte qualità, su cui troppo di frequente si riflette assai poco.
Fonte: un articolo di Edoardo Lucignani, tratto da L’Arca di Noè, del 12/17
Fonte immagine: Free CC0 photo of sleeping cat on Stocksnap.io