Istanbul è una città popolata da migliaia di gatti considerati sacri. E c’è perfino chi ha dedicato un documentario alla bellezza e alla grazia di questi stupendi felini…
Passeggiano per le vie della città, prendono il sole nelle aiuole e amano le coccole: i gatti sono i veri padroni di Istanbul, la metropoli turca a metà strada tra Europa e Asia.
In questa millenaria città i residenti considerano i gatti un vero e proprio patrimonio culturale al pari della Moschea Blu e dello storico mercato Gran Bazar. I turisti amano poi immortalare i mici in scatti da condividere sui social. L’amore per questi meravigliosi felini ha radici antichissime e a loro è stato dedicato un docu-film della regista Ceyda Torun, Kedi – La città dei gatti, che racconta le meraviglie dell’antica Costantinopoli dal punto di vista dei gatti.
IL FASCINO DELL’ORIENTE
“Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”, sosteneva Gandhi. Proprio questo insegnamento è molto sentito a Istanbul, dove è forte il legame tra religione e animali.
Maometto era un amante dei gatti ed era incantato dalla bellezza e dalla grazia della sua Muezza. Il profeta dell’Islam era solito tenere in grembo la sua micia durante le preghiere quotidiane, fortificando così quel rapporto tra mondo terreno e spirituale.
- Secondo la leggenda, Muezza avrebbe salvato Maometto dal morso di un serpente velenoso che si era intrufolato nella manica della sua tunica; il profeta ringraziò la gatta donandole alcune doti, che la specie avrebbe poi conservato fino ai giorni nostri: la capacità di cadere sulle zampe senza farsi male, le tante vite e l’esistenza eterna in paradiso.
Non è un caso che i felini siano oggi gli unici animali che possono passeggiare, giocare o riposare all’interno delle moschee, templi sacri dei fedeli dell’Islam.
Fonte: estratto di un bel servizio di Fausto Egidio Pio su L’Arca di Noè, ottobre 2019
Fonte immagine: https://www.legalnomads.com/istanbul-cats/