Delfino, un genio del mare!

Da sempre il delfino affascina l’uomo in un susseguirsi di leggende e miti, al punto che la stessa iconografia cristiana ritrae un delfino a simboleggiare il Cristo.

Purtroppo, l’intelligenza di questo mammifero, abbinata alla sua innata fiducia nel genere umano, ha anche attirato l’attenzione di malfattori che lo hanno impiegato in imprese… non troppo “pulite” come quelle belliche: per fortuna, l’anima candida e la naturale simpatia del delfino hanno quasi sempre la meglio sulle losche mire dell’uomo.

I delfini sono davvero tanti e differiscono per alcune caratteristiche morfologiche e abitudini.

A dire il vero, però, quelle che abbiamo la fortuna di vedere e di conoscere meglio sono solo poche specie. Sono trentadue le specie di delfini conosciuti e quelli marini, i più vicini a noi, sono stati suddivisi in due gruppi principali: quelli con rostro prominente e quelli senza rostro.

Ben tredici specie sono caratterizzate dalla forma del corpo idrodinamica con fronte leggermente inclinata e il rostro lungo e ben definito. La pinna dorsale è prominente e posizionata al centro del corpo.

Sono tipiche dei delfini le sequenze d’immersione a nuoto lento o veloce.


Per esplorare l’ambiente i delfini emettono ultrasuoni o onde sonore attraverso le sacche nasali.

Un organo, il “melone”, individua il bersaglio e le onde sonore vengono inviate attraverso la fronte. Quando colpiscono un pesce o qualsiasi altro oggetto, l’eco riflessa torna al delfino che la capta grazie a un “canale” di grasso, posizionato nella mascella inferiore, che prima lo convoglia all’orecchio e poi al cervello. In questo modo, l’animale ottiene tutte le informazioni per riconoscere forma, spessore e materiale

che caratterizzano il bersaglio, preda o oggetto che sia.

Quando il delfino emette gli ultrasuoni, però, non cambia il suo atteggiamento: quindi è difficile individuare quale esemplare del banco abbia “parlato”!

  • Differente la procedura utilizzata per la comunicazione diretta fra delfini: in questo caso vengono emessi veri e propri vocalizzi, cioè un insieme di suoni che sono compresi da tutti indistintamente ma differiscono tra loro per inflessioni “dialettali” tipiche di ogni branco.

È quasi sicuro che i Cetacei abbiano perso la capacità di percepire gli odori, a causa dello spostamento delle narici verso la sommità del capo. Del resto, vista la brevità della loro respirazione in superficie, poter “annusare” sembra avere un’utilità davvero limitata.

Il discorso cambia completamente nel caso del gusto: il delfino riesce a distinguere con chiarezza il sapore dolce, il salato e l’amaro. Per non parlare dell’ottima capacità tattile di cui sono dotati, la sensibile pelle è interamente ricoperta di terminazioni nervose…

 

Fonte: estratto da un vecchio numero di Amici di Casa, giugno 2017
Fonte immagine: https://www.nonsprecare.it/sos-delfini-natura-vs-cattivita

 

 




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