In molti optano per questa soluzione. Le vaccinazioni, i prelievi di sangue richiesti da alcuni Paesi, le difficoltà legate alla programmazione della vacanza, ma anche lo stress del viaggio o le strutture alberghiere non sempre aperte agli animali sono motivi che spingono alcuni a scegliere la pensione, soprattutto per periodi non superiori a 3 settimane.
Attenzione però ad alcuni aspetti.
- Anzitutto, deve essere una struttura autorizzata con un veterinario di riferimento per interventi d’urgenza.
- Verifichi che il recinto sia adeguato alla taglia del cane e al suo bisogno di movimento, si accerti che i box siano puliti e che i pasti siano erogati almeno 2 volte al giorno.
- Per i soggiorni più lunghi alcune pensioni offrono arche 1-2 passeggiate giornaliere.
Le consiglio di fare un sopralluogo e di capire come il cane reagisce; al primo impatto è normale che mostri timidezza o un po’ di disagio.
Infine, lasci al suo cane il cibo che mangia normalmente e possibilmente la sua ciotola per evitare un altro cambiamento della sua routine e non si dimentichi di dare al titolare della pensione il recapito del vostro veterinario.
Fonte: Sono in Salute, agosto 2018 – una risposta del dottor Meir Levy, medico veterinario nazionale Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali). E’ responsabile sanitario del progetto Rete Solidale Enpa e dell’Unità di Soccorso nazionale Enpa
Fonte immagine: Levriero Pensione Cani Da – Foto gratis su Pixabay