Tra gli insetti, Apis mellifera è quella con la vita sociale più complessa ed evoluta. Vive in colonie numerose (diverse migliaia di individui) nelle quali il ruolo di ciascun insetto è dedicato alle necessità dell’alveare e ogni ape è disposta, senza esitazione, a dare la vita per difendere le altre.
L’alveare
È il centro dell’esistenza delle api, è un rifugio caldo, un grande magazzino di cibo fatto di cera che le api producono grazie a speciali ghiandole.
- L’alveare naturale è composto da vari favi di forma appiattita e ovaloide, realizzati uno accanto all’altro, parallelamente, in cavità presenti negli alberi cavi o in luoghi riparati.
- Ogni favo è suddiviso in tantissime celle esagonali regolari e di diversa grandezza, dove le api allevano le larve e conservano il miele e il polline.
Arnie razionali
Oggi gli apicoltori allevano le api in case speciali che si chiamano arnie razionali. Il principale vantaggio delle arnie razionali è dato dalla presenza dei favi mobili e del melario: le api sono indotte a costruire i propri favi su telaini, che sono strutture mobili in legno con un filo di ferro o di acciaio che sorregge un sottile foglio di cera stampata (foglio cereo), con le basi delle celle esagonali.
- Grazie ai telaini mobili, l’apicoltore può estrarre i favi per controllare lo stato della famiglia, fare la pulizia o il trattamento delle malattie.
- Il melario invece è una cassettina in legno contenente alcuni telaini, che viene posizionato sopra il nido. Con il nido pieno le api immagazzinano qui il miele che l’apicoltore raccoglie quando è maturo.
Una famiglia strutturata
Nell’arnia abita la famiglia delle api costituita da: un’ape regina (unica femmina fertile) che è nutrita esclusivamente con pappa reale e ha il compito di fare le uova; qualche centinaio di fuchi (maschi fertili) che si accoppiano con l’ape regina durante il volo nuziale e poi muoiono; decine di migliaia di operaie (femmine sterili) che si dedicano a tutte le esigenze della famiglia, cambiando più volte lavoro nella loro breve vita.
Queste ultime, dal ventesimo giorno circa fino alla morte, svolgono il compito più bello e più duro: diventano “bottinatrici” di polline e nettare riuscendo a visitare fino a 1000 fiori al giorno. E la cosa interessante è che sono in grado di comunicare alle loro compagne la posizione della fonte di cibo utilizzando particolari danze: parlano ballando. Restano così fedeli a una specie di fiore dall’inizio alla fine della fioritura e assicurano la fecondazione incrociata (su ogni fiore viene depositato il polline di numerosi altri fiori).
- La maggior parte delle colture foraggere da seme e orticole beneficia della loro azione impollinatrice, ma le api gradiscono in particolare le piante da frutto come i Prunus.
Fonte: Casa in Fiore, maggio 2019