I bisogni di un gattino sono diversi da quelli di un adulto o di un micio anziano. Vediamo quali sono le rispettive necessità nutrizionali.
Lo svezzamento del gatto cucciolo può iniziare verso la terza-quarta settimana di età: dopo pochi giorni si potranno aggiungere croccantini per gattini cuccioli (kitten) e cibo umido per gattini in crescita al latte, oppure omogeneizzati a base di pesce o carne. Si deve fornire una parte di cibo secco più 3 parti di latte o acqua, oppure 2 parti di cibo in scatola o fresco, più una parte di latte o acqua.
- Quando il gattino avrà imparato a mangiare da solo, si potrà togliere l’acqua o il latte dalla miscela. Lo svezzamento si completa intorno alle sesta-ottava settimana di vita, ma è consigliabile somministrare il cibo per gattini ancora fino ai 9 mesi.
A partire dai 9-10 anni di età (che corrispondono all’incirca ai 60 anni dell’uomo), un gatto inizia a essere considerato anziano.
Da questo momento in poi iniziano a manifestarsi i primi cambiamenti fisici ed è necessario prestare maggiore cura all’alimentazione, per evitare patologie tipiche dell’età senile quali: obesità, diabete, stitichezza o perdita di controllo della motilità intestinale o della vescica, cistite, calcoli e cristalli nella vescica che possono ostacolare il deflusso delle urine, insufficienza renale cronica (che colpisce il 20% dei gatti sopra i 7 anni e si manifesta con un forte aumento della sete e del bisogno di urinare), insufficienza epatica, ascessi e altri problemi dentali.
L’ideale, quindi, è optare per cibi già pronti e studiati per gatti “senior“, disponibili in commercio, caratterizzati da una maggiore presenza di grassi, fibre e vitamine, con un apporto proteico moderato ma di ottima qualità. Infine, per i gatti anziani, rispetto ai cuccioli e agli adulti, sono da preferire i cibi umidi e teneri da masticare, molto appetibili e digeribili.
Fonte: Casa in Fiore, maggio 2019