Le tartarughe sono animali detti a sangue freddo – per cui la temperatura dipende da quella ambientale – e hanno una fisiologia ottimale solo all’interno di un determinato intervallo di temperatura.
Quando le temperature esterne scendono sono costrette ad abbassare il loro metabolismo e quindi rallentare tutte le funzioni, compreso il battito cardiaco che può arrivare anche a 4 battiti al minuto.
L’unico motivo per non far andare in letargo le nostre lente amiche è rappresentato da malattie; in questi casi dovremmo avere a disposizione un terrario con termostato e temperature che vanno da 26 a 28°C, oltre a una lampada a immissione di raggi UVB.
Il letargo è molto importante e va preparato: è consigliabile, 1 o 2 mesi prima, un esame delle feci per verificare eventuali parassitosi e avere così il tempo di eseguire eventuali trattamenti. Al primo calo di temperatura si consiglia di diminuire gradatamente il cibo fino a non dare più niente, lasciando sempre a disposizione acqua o facendo dei bagnetti tiepidi per far svuotare l’alveo intestinale e mantenere una buona idratazione.
A volte per tartarughe casalinghe è consigliato fare il letargo in frigorifero, a temperature tra 3 e 10 gradi, ma occorre una buona preparazione anche da parte del medico veterinario esperto in rettili a cui dobbiamo comunque rivolgersi.
- Durante i mesi di letargo, che variano in base alla latitudine e quindi alle temperature, è considerato normale un calo di peso corporeo del 10%.
Fonte: un articolo della dott.ssa Michela Pettorali, medico veterinario – email cvgianicolense@gmail.com – tratto da Nuovo Consumo, dicembre 2018