Parlando di preferenze alimentari, dobbiamo considerare olfatto, gusto e tatto.
I cani, si sa, hanno un olfatto assai sviluppato: la mucosa olfattoria contiene dai 65 ai 225 milioni di cellule specializzate (noi ne abbiamo circa 500mila). Per capire quanto sia potente l’olfatto canino è sufficiente mettere in risalto come i nostri amici siano in grado di riconoscere l’odore dell’acido acetico in una soluzione ottenuta diluendone una sola goccia in 1.000 litri di acqua e miscelando poi una goccia di quanto ottenuto in altri 1.000 litri di acqua.
- Tra i cinque sensi, sono soprattutto l’olfatto, il gusto e il tatto a essere coinvolti nelle scelte alimentari del nostro amico. Udito e vista, in questo caso, sono poco importanti.
Il senso del gusto permette ai cani di captare gli stimoli non volatili presenti nel cibo e di trasformarli, dopo essere stati elaborati dal cervello, in sapori. Gli organi deputati sono le papille gustative: sotto questo aspetto, noi siamo molto più dotati poiché possediamo circa 9.000 strutture anatomiche specializzate contro le 1.700 circa del cane.
- Ciò non impedisce ai nostri amici di riconoscere i quattro sapori principali (salato, dolce, acido e amaro), cui è stato aggiunto l’umami, legato alla presenza del glutammato.
Nella bocca dei cani si trovano anche parecchie cellule implicate nella percezione tattile, in particolare nella percezione della temperatura, della consistenza, della forma e della dimensione dei bocconi o delle crocchette, che risultano in alcuni casi determinanti nelle scelte alimentari.
Fonte: Amici di Casa, dicembre 2018