Si tratta di una malattia zoonotica, ovvero che colpisce anche l’uomo tramite un piccolo insetto, il pappatacio, simile alla zanzara ma più piccolo; in Italia molte zone sono endemiche per questa malattia, ma soprattutto la costa tirrenica, comprese le isole, e comunque le zone caldo-umide.
Durante i mesi estivi, da maggio a settembre, la probabilità di essere punti da un pappatacio infetto sono maggiori che negli altri mesi, anche se ormai con il nostro clima il contagio può aversi durante tutto l’anno.
La leishmaniosi ha un periodo di latenza di qualche settimana, dopo di che possono presentarsi i primi sintomi della malattia. Quindi, per verificare se il nostro cane è stato infettato, i mesi migliori sono ottobre e novembre e per la diagnosi basta un semplice prelievo di sangue.
I sintomi non sono sempre chiari perché l’agente infettante colpisce in modo generalizzato alcuni organi. Ecco, comunque, alcune buone abitudini per proteggere il cane: mettere un collarino repellente, anche all’olio di neem; non farlo stare troppo fuori durante le ore serali e non farlo dormire fuori la notte; munirsi di zanzariere. In commercio esiste anche un vaccino che dovrebbe prevenire lo sviluppo della malattia, ma le varianti del protozoo che la provoca sono diverse per cui la copertura vaccinale può non funzionare.
Fonte: un articolo di Michela Pettorali, medico veterinario – tratto da Le curi dolci d’autunno, allegato a Viversani e Belli del 13/10/17
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