«I probiotici rappresentano un nuovo approccio terapeutico-nutrizionale, peraltro esente da effetti collaterali negativi», spiega Alessandro Gramenzi, Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo. «Modulare il microbiota – quello che chiamavamo una volta “flora batterica intestinale” – è un’opportunità di trattamento anche delle loro malattie immunologiche, digestive e infettive».
Prevenzione ad ampio raggio
Insomma, sta emergendo che, regolando l’intestino, aiutiamo i nostri amici a superare vari problemi di salute, nonché a prevenirli. Non solo i disturbi intestinali, come l’infiammazione cronica, le diarree – comprese quelle da stress -, il malassorbimento o le intolleranze alimentari. I probiotici potrebbero rivelarsi utili anche contro le allergie, le dermatiti, le patologie renali e del fegato, e quelle autoimmuni. Senza dimenticare il fatto che la disbiosi può anche aprire la strada ai linfomi.
Ridurre il rischio di infezioni
Gli animali che soffrono di disbiosi, inoltre, sono maggiormente soggetti alle infezioni anche a distanza. Queste possono colpire soprattutto le vie respiratorie, urinarie e l’apparato genitale. Vale dunque la pena prendere in considerazione l’impiego di probiotici: il loro primo effetto — importante per cani e gatti come per l’uomo — consiste nel potenziamento delle risposte immunitarie.
Gli alleati a disposizione
Va detto, che in commercio si trovano anche alimenti addizionati con probiotici e dedicati ai pets. Tuttavia, secondo alcune indagini, non sempre il prodotto contiene ciò che viene dichiarato in etichetta. Sono disponibili, però, appositi probiotici per i pazienti canini e felini: quelli più ampiamente studiati sono i lieviti Saccharomices boulardii o cerevisiae e i batteri dell’acido lattico (lattobacilli, bifidobatteri e l’Enterococcus faecium). Chiedete al veterinario.
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Fonte: un articolo di Gemma Astolfo, tratto da L’Altra Medicina, dicembre 2017