L’intuizione che gli animali potessero “diagnosticare” le nostre malattie risale a 25 anni fa quando, sulla prestigiosa rivista medica Lancet, venne riportato il caso di un labrador che, annusando continuamente il neo sulla gamba della padrona la convinse a fare un esame.
Da allora sono stati fatti tanti esperimenti sull’olfatto del cani e il loro impiego in medicina.
Anche altri animali hanno un fiuto stupefacente e utilissimo: i topi giganti del Gambia, per esempio, vengono addestrati per diagnosticare malattie come la tubercolosi nei Paesi dove è endemica, e individuare così le persone sfuggite alla prima diagnosi.
Fonte: estratto da un bel servizio di Isabella Colombo su Starbene, 7/02/17
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