Era l’ultimo dell’anno e Trilly, il vecchio gatto di casa, rientrò baldanzoso con la bocca gonfia dalla quale spuntava una codina. Roberta lo prese e, nonostante le vibrate proteste del felino, gli fece sputare il rospo, ehm… il topo.
Venni subito interpellato da Roberta, mia cara amica, ma io le risposi che vedevo difficile improvvisare un intervento chirurgico immediato sulla zampina e anche ingessarla… be’, sarebbe stata dura. Le consigliai di metterlo in una scatola di cartone, con una vecchia sciarpa di lana, una ciotolina d’acqua, formaggio, pane secco e, soprattutto, di tenerlo al caldo.
Così Roberta seguì quanto suggerito. Il posto più caldo era la cucina e lì depositò la scatola con il topino, che si era rintanato nelle spire della sciarpa. La sera, a cena, c’erano numerose persone invitate. Roberta aveva messo un paio di decorazioni sulla scatola del topo e la mise sotto l’albero di Natale.
La mattina dopo il topo sembrava decisamente ringalluzzito. Aveva mangiato il formaggio e saltellava nella scatola in piena salute. Roberta prese l’involucro di cartone e, dopo cinque chilometri d’auto, era in piena campagna. Lì, aprì la scatola.
Poi, dopo avere educatamente ringraziato, si inoltrò nel folto del bosco. Buon anno a tutti!
Fonte: una storia di Oscar Grazioli – tratta da Confidenze, 27/12/17
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