Creato quasi esclusivamente per la corsa al galoppo, fin dalle origini l’elemento determinante e il più ricercato è stato l’attitudine alla velocità insieme alla potenza, lasciando le caratteristiche fisiche in secondo piano.
- Tutto ciò determina alcune differenze nella forma e nelle prestazioni che consentono di suddividere questi galoppatori nati in due macrocategorie: i “velocisti” e i “fondisti”. I primi sono particolarmente adatti a bruciare i tempi sulle brevi distanze (1.000- 3000 metri), i secondi sono capaci di galoppare ad andature elevate su distanze anche di 7 chilometri.
I caratteri morfologici disomogenei di questa razza si possono distinguere in tre tipi precisi: lo “stayer”, più piccolo e raccolto, dotato di maggior resistenza e impiegato su corse fra i 2.000 e i 3.000 metri e oltre; lo “sprinter”, più alto e allungato e molto veloce, utilizzato nelle corse da 1.000-1.400 metri; infine il tipo “intermediate”, dalla groppa obliqua, la spalla inclinata e il dorso piuttosto breve, utilizzato sulle distanze maggiori, 1.500-2.000 metri.
Fonte: tratto da Amici di Casa, novembre 2017