I baffi del gatto (come quelli del cane, del coniglio, del topo e del criceto), sono dei peli altamente specializzati per permettere a questi animali di aumentare la loro sensibilità propriocettiva.
Comunemente noti con il nome di vibrisse, questi peli particolari possono essere paragonati a lunghe antenne che, posizionate ai lati della bocca, sulle guance, sotto il mento e sopra gli occhi, hanno una funzione tattile, poiché inserite nella cute mediante un bulbo pilifero altamente innervato.
Più lunghi sono meglio è.
Per intenderci: così come noi percepiamo tutto con le dita, questi animali aumentano la propria sensibilità tramite le vibrisse.
Questi baffi, altamente differenziati dagli altri perché più lunghi e più grossi, non dovrebbero essere mai tagliati, in modo particolare nel gatto, che a differenza di altri mammiferi compensa con questi organi di senso la propria incapacità visiva da vicino.
Tutte le informazioni raccolte dalle innervazioni della base dei peli vengono convogliate al cervello, che dà all’animale una precisa collocazione nello spazio. Più lunghi sono i baffi, maggiore sarà la sua capacità sensoriale.
Sintesi dell’articolo del dottor Nico Tavian – fonte Gente, 22 novembre 2016
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